Il 16 settembre 1571 l’armata cristiana, patrocinata dal papa Pio V, e costituita da forze navali spagnole,  genovesi, veneziane ed anche sabaude, partì da Messina, dove era convenuta e fu avvisata che la flotta turca, di gran lunga più numerosa, era a Lepanto.

Il 7 ottobre le due armate si scontrarono, e quella cristiana issò lo Stendardo di Lepanto con l’immagine del redentore crocifisso. Su ogni galera venne issata una croce ed ogni combattente ricevette l’assoluzione dai peccati secondo l’indulgenza concessa da Pio V.

 

Bandiera della nave di Mehemet Alì, Pisa, Chiesa dei Cavalieri dell’ordine cavalleresco Sacro Militare Marittimo di S. Stefano

Sebastiano Venier comandante in capo dell’esercito veneziano, particolare

Associazione Circolo della Cultura del Bello - Sacile - (Pordenone)

La Madonna di Lepanto, probabile opera di Nicolaus Safuris, Icona bizantina presente nella galea ammiraglia di Sebastiano Venier durante la battaglia di Lepanto e donata dagli eredi alla chiesa di di Santa Maria Formosa, Venezia

La battaglia fu cruenta e, dopo fasi alterne, la vittoria arrise ai cristiani. Grande fu il tripudio nelle principali città italiane , europee e, soprattutto a Roma.

La bandiera della nave di Mehemet Alì si trova a Pisa nella chiesa dei Cavalieri dell’ordine cavalleresco Sacro Militare Marittimo di S. Stefano.


Ai rifornimenti necessari alla Lega Cattolica contribuirono i fratelli Iacomo e Placido Ragazzoni.

L’arrembaggio dei turchi durante la battaglia di Lepanto